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di Elisa Gardini

Quando Marracash ha annunciato il suo primo tour negli stadi, in molti si sono chiesti: è davvero possibile che un rapper italiano riempia San Siro due volte? La risposta, oggi, è scritta nei numeri, negli applausi e in un tour che ha ridefinito il concetto di live hip hop in Italia.

“Marra Stadi 2025” è molto più di una serie di concerti: è una dichiarazione d’identità, un racconto in sei atti fatto di musica, parole, immagini e, per la prima volta nel mondo hip hop italiano, tecnologia spinta. Sul palco, Marracash non è solo: accanto a lui una scenografia mozzafiato, con cinque robot alti sei metri, una band dal vivo, ballerini, videoproiezioni immersive e la voce narrante dell’attrice Matilda De Angelis. È un concerto, ma anche un film. È rap, ma anche teatro. È verità, ma anche visione.

Il tour, partito da Bibione il 6 giugno, ha già lasciato il segno con due sold out consecutivi a San Siro (25 e 26 giugno), una data emozionante all’Olimpico di Roma e uno show inedito a Messina. Tutto esaurito, ovunque.

La scaletta, costruita come un vero e proprio viaggio emotivo, ripercorre le tappe fondamentali del Marracash più consapevole: “Persona”, “Noi, loro, gli altri” ed “È finita la pace”, il suo ultimo lavoro doppio platino che ha dominato le classifiche FIMI. Non mancano i classici: “Crudelia”, “Bravi a cadere”, “Badabum Cha Cha” e “In Radio” oltre ad un momento da brividi quando Madame, ospite fissa di alcune date, sale sul palco per “L’anima”.

Ma non è tutto: Marracash ha già annunciato un ritorno in grande stile nei palazzetti: dal 28 novembre lo vedremo a Eboli, Bologna, Firenze, Roma, Milano, Padova e Torino. Lo scorso 4 luglio, poi, sono uscite le versioni rimasterizzate di due album-culto: “King del Rap” (2011) e “Status” (2015). Un modo per chiudere il cerchio e riscrivere la storia, anche di quei dischi che hanno acceso la miccia.

Nel frattempo, Rai 5 trasmetterà uno speciale dedicato all’impatto culturale di “Marra Stadi” con immagini inedite dal backstage e interviste a colleghi e fan. Perché Marracash non è più solo un rapper. È un artista totale, capace di trasformare l’arena in un tempio e il beat in un manifesto.