di Elisa Gardini
C’è chi a un concerto torna a casa con una maglietta, un plettro lanciato dal palco o solo la voce roca. Ma il 14 luglio 2023, allo Stadio Olimpico di Roma, Luciano Ligabue ha lasciato più di un’emozione: ha perso un anello. Un oggetto personale, inciso con le parole “Per sempre”, simbolo del suo legame con il padre, omaggiato nella canzone omonima.
Un gesto involontario, un piccolo dettaglio in mezzo a migliaia di mani alzate, che però ha dato vita a una storia di rara autenticità. Perché quell’anello lo ha trovato una famiglia di fan di Vercelli, i Di Cosola: Rocco, Sabrina e i figli Aurora e Alessio. E invece di tenerlo come un trofeo, hanno deciso di restituirlo.
I Di Cosola hanno provato ogni via per riconsegnarlo: hanno contattato il fratello del rocker, il fan club ufficiale, il figlio Lenny. Nessuna risposta concreta. Eppure non si sono arresi.
“Hanno fatto tutto nel silenzio e nella buona fede”, raccontano. La svolta arriva il 22 giugno 2025, dopo un concerto a Campovolo. La famiglia, con l’anello in tasca, si presenta davanti a casa di Ligabue a Reggio Emilia. Suona il campanello. Esce lui. Aurora, emozionatissima, glielo mostra: “Liga, è il tuo?”. Lui lo guarda, lo riconosce, sorride e dice:
“Sì, è mio… ma visto che siete stati così onesti, lo avete vinto voi.”
Un momento semplice e potentissimo. Il rocker emiliano, simbolo di verità e terra, ha scelto di donare quell’anello a chi ha saputo rispettarne il valore.
Quell’anello non era solo un accessorio. Era un pezzo di vita, un frammento di memoria legato a una delle figure più importanti della sua esistenza: il padre. Per questo, il gesto di Ligabue ha il peso di una gratitudine autentica, di quelle che si sentono nella pancia più che nelle parole.
E i fan? Hanno ringraziato, ovviamente. Ma non l’hanno venduto né messo in mostra. Lo conservano, come si fa con le cose sacre. “Lo terremo come un ricordo prezioso, non solo per quello che rappresenta, ma per la persona che ce l’ha restituito con il cuore”, ha detto il papà Rocco.