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Esattamente un anno fa moriva Pino Daniele, il grande cantautore e chitarrista napoletano stroncato da problemi cardiaci nella tarda serata del 4 gennaio 2015, dopo una lunga corsa dalla Marenna, che l’artista aveva scelto come luogo di residenza, a Roma, dove si trovava il centro medico che l’aveva in cura. In occasione del primo anniversario dalla sua scomparsa – riferisce l’agenzia ANSA – la Fondazione Pino Daniele Trust Onuls, istituzione nata per volere dei familiari dell’artista, di concerto con la Fondazione Mediterraneo, ha allo studio l’apertura di uno spazio museale permanente dedicato alla voce di “Napule è” presso l’ex Grand Hotel de Londres, tra piazza del Municipio e Via Depretis, nel capoluogo campano.

Al proposito Michele Capasso, presidente della Fondazione Mediterraneo, ha dichiarato:”I lavori per la parte strutturale sono terminati: Giorgio Verdelli e Sergio Pappalettera, il grafico che ha realizzato tante copertine dei suoi dischi, stanno facendo un lavoro straordinario e speriamo che l’apertura possa coincidere con il 19 marzo, giorno del compleanno di Pino. Abbiamo messo a disposizione sette sale del primo piano del museo, dove vi saranno installazioni interattive, megaschermi touch screen, video mapping. Sarà ricostruito il suo studio con gli strumenti e amplificatori e, grazie a un ologramma, si potrà rivedere Pino suonare. Una sala molto scura sarà dedicata al blues, una più colorata alle sonorità mediterranee”  La morte di Daniele, che solo pochi giorni prima la sua scomparsa, il 31 dicembre 2014, si era esibito dal vivo a Courmayeur per un evento televisivo, suscitò molta commozione presso la comunità musicale italiana e non solo: lo scorso 27 luglio Eros Ramazzotti e Jovanotti omaggiarono il bluesman partenopeo allo stadio San Paolo, nella sua città, esibendosi nella rilettura delle sue “Quanno chiove”, “Napule è” e “A me me piace o blues” insieme a James Senese, storico sodale del chitarrista e cantante. Pochi giorni prima a ricordare Daniele fu un altro big della musica tricolore, Vasco Rossi, durante un suo concerto sempre nel capoluogo campano: L’omaggio di un collega più sentito – e tempestivo, essendo arrivato a pochi giorni dalla morte di Daniele, il 9 gennaio scorso – rimane forse quello di Eric Clapton, colosso del blues britannico che nutriva molta stima per il collega italiano (che già aveva invitato all’edizione 2010 del suo festival Crossroads): Slowhand, a meno di una settimana dalla scomparsa dell’amico, diffuse sul Web un inedito a lui dedicato, lo strumentale “Pino N° 5”.

Anche se il primo ultimo abbraccio, non c’è bisogno di specificarlo, a darglielo fu la sua città: