Il Festival di Sanremo non cambia casa: sarà ancora la Rai a trasmettere e organizzare la storica kermesse musicale almeno fino al 2028. Alla chiusura del bando indetto dal Comune di Sanremo, fissata per le 12.30 del 19 maggio, nessun’altra emittente si è fatta avanti. La tv di Stato è rimasta l’unica azienda a presentare ufficialmente domanda.
Il bando pubblico prevedeva l’individuazione di un partner affidabile per curare la trasmissione e la produzione delle prossime tre edizioni del Festival della Canzone Italiana, con possibilità di proroga per altri due anni. Una sfida impegnativa, che evidentemente solo la Rai ha ritenuto economicamente e strutturalmente sostenibile.
@sanremorai Abbiamo già una BALORDA NOSTALGIA di #Sanremo2025 ♬ suono originale – SanremoRai
Ma ottenere il Festival non significa solo accendere le telecamere all’Ariston: la Rai dovrà affrontare una lunga lista di obblighi stabiliti dal Comune. In primis, l’impegno economico: 6 milioni e 500mila euro di canone annuo, più l’1% degli introiti pubblicitari e dei ricavi legati allo sfruttamento commerciale del marchio Sanremo.
A questi costi si aggiungono diverse clausole editoriali. Tra le principali:
- La trasmissione televisiva di “Sanremoinfiore”, la tradizionale sfilata dei carri floreali;
- La copertura di almeno due eventi locali promossi dall’Amministrazione comunale, uno dei quali dovrà obbligatoriamente svolgersi in estate, per promuovere il territorio anche fuori dalla settimana festivaliera;
- La partecipazione automatica al Festival dei vincitori del concorso “Area Sanremo”;
- L’impiego dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo durante la manifestazione;
- L’organizzazione di una cerimonia annuale per la posa della targa in via Matteotti con il nome del vincitore di ogni edizione.
C’è poi una clausola anti-crisi, pensata per evitare crolli di ascolti e valore mediatico: se lo share di una o più edizioni dovesse scendere di oltre il 15% rispetto alla media degli ultimi cinque anni, il Comune potrà revocare l’accordo.
La Rai, ora, entra nella fase negoziale, durante la quale potrà proporre modifiche alle richieste comunali, cercando un compromesso tra sostenibilità economica e promozione culturale. Tuttavia, è evidente che il Comune intende preservare la centralità del Festival non solo come evento musicale, ma come simbolo di identità cittadina e nazionale.