di Elisa Gardini
Il 31 ottobre 1975 i Queen pubblicavano Bohemian Rhapsody, brano destinato a cambiare per sempre la storia del rock. A cinquant’anni di distanza, la canzone scritta da Freddie Mercury continua a sorprendere e a unire le persone, come dimostra lo spettacolare flash mob andato in scena a Parigi, che ha trasformato una piazza del centro in un palcoscenico a cielo aperto.
L’evento, ripreso e caricato sul canale YouTube del pianista Julien Cohen, si apre con una finestra che si spalanca: tre coriste intonano le prime note del brano. Poco alla volta si uniscono altri cantanti sparsi tra la folla, poi il pianoforte e via via chitarre, batteria, strumenti a fiato. Nel giro di pochi minuti l’intera piazza si è trasformata in un gigantesco coro, con passanti increduli e coinvolti che hanno cantato insieme fino all’iconico finale.
Un omaggio perfetto a un brano che, già nella mente di Mercury, era stato pensato come un viaggio musicale tra generi e registri diversi: opera, rock, ballata, armonie corali.
Il flash mob parigino è solo l’ultimo capitolo della lunga storia dei tributi ai Queen. Il più celebre resta senza dubbio il biopic Bohemian Rhapsody (2018), con Rami Malek premiato con l’Oscar per l’interpretazione di Mercury. Il film, però, non è stato esente da critiche: nelle scorse settimane, una donna che sostiene di essere la figlia segreta del cantante ha definito la pellicola “piena di bugie e invenzioni”. Dichiarazioni subito smentite da Mary Austin, storica confidente di Freddie, che ha negato categoricamente la possibilità di una sua paternità.
Al di là delle polemiche, Bohemian Rhapsody rimane una delle composizioni più amate e interpretate della musica mondiale. A Parigi, per qualche minuto, il sogno di Freddie Mercury si è avverato ancora una volta: unire le persone attraverso la forza della musica.