di Elisa Gardini
Il cantautore toscano conquista due premi con il suo album-concept “Volevo essere un duro”: tra nostalgia rock e immaginazione sfrenata.
Il suo mondo è fatto di dinosauri, motociclette e sogni psichedelici. La sua musica, di chitarre glam e testi surreali. E quest’anno, per la prima volta, la giuria del Premio Tenco ha premiato quel mondo: Lucio Corsi si porta a casa due riconoscimenti: miglior album assoluto e miglior canzone singola con “Volevo essere un duro”.
Visualizza questo post su Instagram
Un risultato che arriva quasi a sorpresa, in un panorama musicale dominato da produzioni digitali e storie iper-reali. Corsi vince con un disco narrativo, pieno di personaggi improbabili.
“Un disco che non somiglia a niente di attuale — e proprio per questo resta in testa”, si legge in una delle schede votate dalla giuria.
La doppia vittoria di Lucio Corsi è arrivata con 73 voti per l’album e 79 per la canzone omonima, superando artisti consolidati come Brunori Sas e nuove proposte come Emma Nolde. Un segnale chiaro: la canzone d’autore si sta aprendo a linguaggi meno canonici, premiando la ricerca e la coerenza stilistica.
Nato a Grosseto nel 1993, Lucio Corsi è da tempo un nome cult, ma fino a oggi era rimasto ai margini dei circuiti ufficiali. Ora, con le Targhe Tenco, entra di diritto nella storia della canzone d’autore italiana.
Il cantautore ha dichiarato sui social: “Spero che questo premio possa un giorno essere importante quanto il Festival di Sanremo”.